Per percepire la situazione reale e modulare una risposta adeguata agiscono nel corpo automatismi, ancor più rapidi del pensiero, legati agli aspetti “primitivi” dell’evoluzione della nostra specie: sono i sistemi di sopravvivenza e socializzazione che nell’Homo Sapiens raggiungono il vertice nella modulazione dei comportamenti.
Quando risposta “primordiale”, valutazione sensoriale, esperienza emozionale, e analisi cosciente della situazione sono equilibrate, si è in grado di assumere la “giusta distanza” nella relazione sociale e nell’azione.

Le stesse vie che mantengono l’equilibrio del tono muscolare sono anche quelle che, in presenza di un presunto pericolo sono attivate nella modalità “aggressione-fuga” gestite dal sistema orto/parasimpatico ° generando uno stato ipertonico di allerta pronto all’azione, alla fuga o alla resa.

Quindi una perenne attivazione emozionale comporta una vera e propria condizione di “pre-azione” difensiva/aggressiva che potrà propendere verso un’aggressività controllata o una paura gestita come meglio si può ma, in ogni caso, di lavoro metabolico disfunzionale per la muscolatura (dolore inefficacia nell’azione) e per i sistemi ormonali coinvolti nella reattività (disturbi visceroemozionali).

Ci sono persone che vivono perennemente in condizioni in cui leggono solo il disagio conseguente ad un trauma anche remoto, oppure ad un sentimento o un’idea di sé insufficiente a gestire la quotidianità..

Una sregolazione del corpo oppure un bisogno emozionale di difesa perenne, producono entrambe una modifica del tono muscolare necessario all’assetto di relazione che va interpretato con test appropriati caratteristici della visita medica posturale, sia che si presenti generalizzato o di una parte del corpo.

Quindi, quando si è stabilito che il quadro dei sintomi è interdipendente, che fare?

È ormai chiaro che curare in modo disgiunto da una parte l’emozione che il paziente ha cristallizzato (con una psicoterapia) e dall’altra i sintomi (con approcci sintomatici alla disfunzione somatica) porti a risultati scarsamente prevedibili.

Quadri dove sono presenti in varia associazione sintomi quali depressione, ansia, insonnia, bulimia, aggressività, fobie, attacchi di panico associati a sintomi che rientrano nella generica definizione di psicosomatici come disturbi intestinali, della sfera sessuale, tachicardia, ipertensione, dolori somatici, e via dicendo va programmato un lavoro con azioni terapeutiche significative e coordinate.

Con la Dr.ssa Mariangela Villa psicoanalista e psicoterapeuta abbiamo coniato un acronimo NPST® (Neuromodulation Psico Synergic Therapy) per definire la procedura specifica di azione congiunta di più figure professionali (UNA RETE PER CURARE) da utilizzare in questi casi complessi, in modo da tener conto ed agire con una strategia coordinata su tutti i fattori interconnessi a condizionamento reciproco.